Milena Palminteri conquista il premio Bancarella 2025
Si è chiusa con la vittoria di Come l’arancio amaro di Milena Palminteri (Bompiani) la 73esima edizione del Premio Bancarella, uno dei più longevi e popolari premi letterari italiani. L’opera, pubblicata da Bompiani, è stata selezionata come vincitrice da una giuria composta da librai e libraie indipendenti, in continuità con la tradizione del riconoscimento nato nel 1953. A decretare il romanzo vincitore sono infatti, ogni anno, duecento librai di tutta Italia, conferendo al premio un’aura peculiare di autenticità commerciale e di connessione con il pubblico dei lettori.
L’annuncio ufficiale è arrivato domenica sera a Pontremoli, in Lunigiana, durante la cerimonia che ha chiuso il effective settimana letterario. Il romanzo di Palminteri, già tra i più venduti del 2024, è il frutto di un lungo lavoro interiore e di una storia di scrittura nata in tarda età, come ha raccontato la stessa autrice.
Il romanzo vincitore
Come l’arancio amaro è ambientato advert Agrigento tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento. La trama si sviluppa lungo due linee temporali intrecciate, seguendo le vicende di tre donne: Sabedda, umile e selvaggia madre costretta advert abbandonare la figlia; Nardina, nobildonna sterile e prigioniera del suo ruolo sociale; e Carlotta, figlia dell’una e cresciuta dall’altra, che in età adulta inizia a scavare nella sua origine e nella memoria della propria famiglia.
Il titolo del romanzo rimanda all’immagine dell’arancio amaro come base fertile su cui innestare i dolci sanguinelli. Una metafora potente della maternità, della trasmissione e del sacrificio. La storia, scritta con una lingua densa e suggestiva, si muove tra vicende personali e contesti storici, toccando temi cruciali come la condizione femminile, la maternità negata o imposta, il potere sociale maschile e la capacità di resistenza delle donne.
“Dedico questo premio alla mia nipotina, che si affaccia alla vita, e a tutte le donne che resistono alle stagioni più dure e dopo ogni inverno tornano a fiorire in tutto il loro splendore”, ha dichiarato Palminteri sul palco, accolta da lunghi applausi.
Un debutto inatteso e maturo
Milena Palminteri è nata a Palermo e vive a Salerno. Dopo una vita trascorsa come conservatrice in archivi notarili, è arrivata alla scrittura in età pensionabile. È proprio durante il lavoro d’archivio che ha incontrato la storia che avrebbe poi germinato il suo romanzo: quella di un neonato trasportato in una cesta e di una madre accusata di averlo comprato.
L’esperienza archivistica, dunque, non solo ha fornito l’ispirazione ma anche il metodo: attenzione ai dettagli, ascolto delle voci del passato, sensibilità per le vicende marginali. “È stato imparando a leggere con profondità che ho saputo trovare dentro di me la radice della scrittura”, ha raccontato l’autrice.
Un premio che parla attraverso i librai
Il Premio Bancarella rappresenta un caso unico nel panorama dei premi letterari italiani. Istituito nel 1953, ha sempre mantenuto il suo tratto distintivo: a votare sono i librai, coloro che quotidianamente tengono vivo il rapporto tra libro e lettore. Questo conferisce al premio un valore particolare, pragmatico, meno influenzato dai meccanismi dell’industria editoriale e più legato al gradimento reale del pubblico.
Nato tra i banchi dei librai ambulanti dell’Appennino Tosco-Emiliano, il premio ha attraversato le trasformazioni del mercato editoriale conservando una forte identità territoriale e culturale. Pontremoli, sede storica della premiazione, è da anni il cuore simbolico di questa manifestazione che ha visto nel tempo premiati autori come Oriana Fallaci, Umberto Eco, Andrea Camilleri e, più di recente, autrici come Anna Premoli e Angela Marsons.
L’edizione 2025 si inserisce in una tendenza ormai consolidata: quella di un premio che premia la narrativa femminile. Palminteri è infatti l’ottava donna consecutiva a vincere il Bancarella, in un ciclo che sembra voler rispondere – consapevolmente o meno – a una crescente attenzione verso voci letterarie capaci di raccontare il vissuto femminile in chiave non retorica.
Gli altri finalisti
La sestina finalista di quest’anno si è dimostrata eterogenea per stili, generi e case editrici, confermando l’apertura del Bancarella a esperienze letterarie numerous. In lizza con Palminteri c’erano:
Durante la cerimonia a Pontremoli si è respirato un clima di cordialità e rispetto tra gli autori. “È stato molto bello ritrovarsi insieme ieri sera”, ha sottolineato Palminteri, “si è creato un gruppo leale e affiatato”.
Premi speciali: Buffon, Papa Francesco e Avanzini
Accanto al Bancarella “classico”, sono stati assegnati anche altri riconoscimenti. Il Premio Bancarella Sport, giunto alla 62esima edizione, è andato a Gianluigi Buffon per Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi (Mondadori), scritto con Mario Desiati. Il libro ha raccolto 193 voti, prevalendo nettamente sugli altri finalisti. L’ex portiere della Nazionale ha raccontato in questo memoir un percorso umano e professionale costellato di successi, ma anche di fragilità e crisi.
Il Premio Unicum è stato conferito a Spera. L’autobiografia di Papa Francesco, pubblicato da Mondadori. Il riconoscimento speciale vuole evidenziare l’impatto culturale e umano dell’opera del pontefice anche sul piano letterario.
Infine, la Gerla d’Oro, premio alla carriera editoriale, è andata a Raffaello Avanzini di Newton Compton. Nella motivazione si legge: “per aver contribuito alla scoperta di nuovi e importanti autori italiani e stranieri, con particolare attenzione ai giovani lettori”. Avanzini ha ricordato con emozione la sua lunga partecipazione al Bancarella, fin dal 1988, e il ruolo che il premio ha avuto nel successo di molti autori pubblicati dalla sua casa editrice.
Un bilancio e uno sguardo al futuro
Il Bancarella 2025 chiude dunque nel segno della tradizione ma anche di una vitalità rinnovata. La scelta di Milena Palminteri premia un percorso personale e professionale che dimostra come la scrittura possa fiorire in qualsiasi stagione della vita. Un messaggio potente e non comune in un contesto editoriale spesso attento più alla novità che alla profondità.
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