Il Premio Italo Calvino ha assegnato la sua XXXVIII edizione advert Andrea Pauletto per il romanzo Crack. La cerimonia di premiazione si è svolta al Circolo dei lettori di Torino, alla presenza della giuria composta da Sandro Bonvissuto, Antonio Franchini, Daniela Marcheschi, Raffaello Palumbo Mosca e Carmen Pellegrino.

Accanto al vincitore, sono state conferite tre menzioni speciali: a La gabbia di Flora Giuliano D’Errico, a Ai gentili non vendere armi di Michele Frisia e a Arto fantasma di Ben Eccher.

Il romanzo vincitore

Crack racconta la vita notturna di un trasportatore, un “furgonauta”, ex tossicodipendente, che trascorre le sue notti tra autostrade, pensieri frammentati e malinconiche soste in autogrill. Un’esistenza sospesa, dominata dal lavoro precario e disumanizzante. La giuria ha sottolineato la capacità del romanzo di restituire “con grande intensità e partecipazione il quadro esistenziale di un trasportatore notturno […] fino al drammatico cedimento finale”. È stato inoltre lodato lo stile dell’opera, definito “sporco e insieme scorrevole”, capace di accompagnare con efficacia la tensione narrativa.

Andrea Pauletto, nato nel 1982 a Carate Brianza e residente nella provincia di Como, alterna la scrittura al lavoro di trasportatore. Ha già pubblicato racconti su varie riviste letterarie e ha partecipato a corsi di scrittura. Il racconto La Madonna incastrata è stato finalista nel 2019 all’edizione “8×8”. Alcuni suoi testi sono stati raccolti in Scaglie, segnalata in una precedente edizione del Premio Calvino.

Crack si inserisce in un filone che guarda alle marginalità lavorative e psicologiche del presente, descrivendo l’alienazione e la solitudine in cui possono precipitare le vite sottoposte a ritmi e condizioni lavorative sempre più logoranti, spesso invisibili.

Le menzioni speciali

La prima menzione speciale è andata a Flora Giuliano D’Errico per La gabbia, romanzo che intreccia la storia personale di una donna con quella del neofascismo romano, dal suo radicamento negli anni Settanta fino alle sue mutazioni contemporanee. Il libro è stato descritto dalla giuria come “un romanzo avvincente” che propone “un persuasivo affresco del neofascismo romano” con uno sguardo centrato su una figura femminile fragile e complessa, schiacciata da un passato familiare doloroso e da una memoria che ancora la imprigiona.

L’autrice, nata nel 1968 a Napoli, insegna italiano e latino in un liceo romano. Ha studiato lettere moderne e storia dell’arte e ha frequentato corsi di scrittura creativa. 

La seconda menzione è stata attribuita a Ai gentili non vendere armi di Michele Frisia. Ambientato nel 1938, anno cruciale per l’adozione delle leggi razziali in Italia, il romanzo costruisce “una sottile parabola sulla moralità” attraverso la figura di Zaccaria, un armaiolo mite e solitario, la cui dedizione al lavoro viene sgretolata da un clima sociale sempre più ostile e sospettoso. La scrittura, caratterizzata da una “lingua impastata di dialetto”, riesce a rendere palpabile l’atmosfera opprimente del tempo e la disgregazione progressiva dei rapporti umani.

Frisia, nato a Cremona nel 1976, vive a Novara, dove ha diretto la squadra omicidi. Con una formazione in fisica e giurisprudenza, lavora oggi come perito balistico. Ha vinto nel 2022 il name “Oltre il velo del reale 2” del Premio Calvino con il racconto La buzzonaglia, e collabora con various riviste letterarie.

La terza menzione è stata assegnata a Ben Eccher per Arto fantasma, memoir breve e denso incentrato sulla morte della sorella dell’autrice a causa di una malattia degenerativa. La narrazione si concentra sugli effetti emotivi, psicologici e corporei della perdita, e utilizza lo stile dell’elenco come cifra formale dominante. La giuria ha evidenziato la “crudezza e spigolosità” del racconto, che mette a nudo il vissuto dell’autrice con incisività e senza retorica.

Ben Eccher è nata nel 1992 a Borgo Valsugana e vive da tempo in Austria. Dopo una formazione giuridica presso l’Università di Innsbruck, lavora oggi nel settore bancario. Ha una lunga esperienza in ambito di scrittura e collabora con la rivista WeltLit.

Le presentazioni pubbliche

La prima uscita pubblica di Crack è prevista per domenica 15 giugno advert Alessano (Lecce), nell’ambito del competition Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto, diretto da Mario Desiati. Le opere che hanno ricevuto menzione speciale verranno invece presentate lo stesso giorno al competition Lettera 423 di Isernia, in un incontro che vedrà la partecipazione di Sandro Bonvissuto, Carmen Pellegrino e Laura Mollea.

Il Premio Calvino

Istituito nel 1985 a Torino, poco dopo la morte dello scrittore, il Premio Italo Calvino è nato per iniziativa di amici e estimatori dell’autore tra cui Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre e Massimo Mila. La fondatrice e prima presidente è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento.

Il premio si propone come strumento di scoperta e valorizzazione di autori esordienti e inediti, mantenendo un atteggiamento critico ed esplorativo nei confronti della narrativa contemporanea. La selezione delle opere non segue una linea estetica o politica predefinita, ma si concentra sulla qualità della scrittura e sull’originalità delle voci emergenti. Ogni anno arrivano centinaia di manoscritti da tutta Italia e anche dall’estero, in un’ottica inclusiva e aperta a tutte le provenienze culturali, anagrafiche e sociali.

Il Premio Calvino ha contribuito al lancio di numerosi autori oggi affermati nel panorama editoriale italiano, tra cui Marcello Fois, Francesco Piccolo, Paola Mastrocola, Flavio Soriga, Paola Cereda, Peppe Fiore, Mariapia Veladiano, Francesca Valente e Maddalena Fingerle. Le opere selezionate dal Premio sono spesso accolte da importanti case editrici, dalle storiche come Einaudi, Feltrinelli e Mondadori, a realtà più piccole ma attive nel campo della narrativa di qualità.

Il Comitato Direttivo è oggi composto da Franca Cavagnoli, Anna Chiarloni, Mario Marchetti (presidente), Laura Mollea (vicepresidente) e Carla Sacchi. L’associazione che gestisce il Premio non ha fini di lucro e si sostiene grazie al contributo di privati, enti pubblici e fondazioni bancarie.

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