Nicoletta Verna e Paola Caridi vincono il Premio Sila 2025
Sono Nicoletta Verna con I giorni di Vetro (Einaudi) e Paola Caridi con Il gelso di Gerusalemme (Feltrinelli) le vincitrici della XIII edizione del Premio Sila ’49, rispettivamente per le sezioni Letteratura ed Economia e Società. Il riconoscimento alla carriera è stato assegnato a Nadia Fusini, figura di spicco della critica letteraria italiana. I nomi sono stati annunciati ufficialmente dalla giuria che, come ogni anno, ha premiato opere capaci di riflettere criticamente sulla realtà, senza cedere alla semplificazione o alla celebrazione.
La celebrazione dei vincitori del Premio Sila ’49 si svolgerà dal 6 all’8 giugno 2025 a Cosenza e Camigliatello Silano, con un programma articolato tra incontri pubblici, lectio magistralis e dibattiti. La cerimonia di premiazione è prevista per sabato 7 giugno a Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale.
Nicoletta Verna: memoria storica e costruzione dell’identità
Nella sezione Letteratura, la giuria ha riconosciuto in I giorni di Vetro un’opera che affronta alcuni nodi irrisolti della storia italiana del Novecento – il fascismo, la Resistenza, il trauma individuale – con un approccio narrativo privo di retorica e sostenuto da una scrittura “fluida e prensile”. Al centro del romanzo, Redenta, una donna nata il giorno del delitto Matteotti e marchiata da una società che la considera portatrice di sventura. La sua vicenda personale, segnata dalla polio, da un matrimonio imposto con un gerarca fascista e dalla scomparsa di un amico d’infanzia, diventa pretesto per indagare il modo in cui la Storia si inscrive nei corpi e nelle relazioni.
Redenta non è una figura eroica nel senso tradizionale, ma piuttosto un esempio di resistenza silenziosa e tenace, immersa in un’Italia segnata dalla violenza politica e familiare. Il romanzo di Verna si distingue per la profondità psicologica dei personaggi e per la capacità di restituire l’atmosfera di un’epoca attraverso le sfumature dell’intimità.
Nicoletta Verna, nata a Forlì nel 1976, lavora nel settore editoriale ed è autrice del romanzo d’esordio Il valore affettivo, pubblicato sempre da Einaudi nel 2021, che ha ricevuto diversi riconoscimenti. Con I giorni di Vetro, l’autrice conferma un interesse per le dinamiche familiari e storiche viste da prospettive marginali, in cui la soggettività non viene mai sacrificata all’affresco ideologico.
Paola Caridi: raccontare il Medio Oriente attraverso gli alberi
Per la sezione Economia e Società, il premio è andato a Paola Caridi, giornalista e saggista con lunga esperienza in Medio Oriente. Il gelso di Gerusalemme. L’altra storia raccontata dagli alberi è un libro che si sottrae ai codici consueti del reportage politico e propone una narrazione che intreccia botanica, memoria, storia e geopolitica. Gli alberi diventano narratori silenziosi di conflitti umani, testimoni involontari di un paesaggio continuamente ferito e trasformato dalla violenza.
Nel motivare l’assegnazione, la giuria ha definito il testo “un gesto poetico e politico al tempo stesso”, sottolineando la capacità dell’autrice di affrontare tematiche complesse con rigore e sensibilità. Il quantity si muove tra memoir e saggio, portando alla luce una prospettiva laterale sul conflitto israelo-palestinese e sulle trasformazioni urbane del Mediterraneo, ponendo al centro gli effetti ambientali e culturali delle guerre.
Caridi, laureata in Scienze Politiche e arabista, è nota per i suoi studi su Hamas e per il lavoro giornalistico condotto con un approccio di analisi che rifugge le semplificazioni. Il gelso di Gerusalemme rappresenta una prosecuzione ideale del suo percorso, arricchito da una riflessione sulla necessità di riascoltare le storie che il paesaggio trattiene e racconta.
Nadia Fusini: una carriera nel segno del pensiero critico
Il Premio alla Carriera 2025 è stato assegnato a Nadia Fusini, studiosa di letteratura comparata e traduttrice. Nota per il suo lavoro su Virginia Woolf – a cui ha dedicato studi fondamentali e curato le opere full per i Meridiani Mondadori – Fusini ha attraversato con coerenza decenni di riflessione sulla soggettività, l’identità femminile e il linguaggio del potere. La giuria ha voluto premiare una figura che ha unito la ricerca accademica a un impegno culturale pubblico, con un approccio che mette in relazione letteratura e critica sociale.
Oltre alla traduzione di autori come Shakespeare, Beckett e Shelley, Fusini ha prodotto saggi che affrontano la condizione femminile attraverso una lettura storica e politica, offrendo contributi originali nel campo della critica di genere. Il suo lavoro, riconosciuto anche all’estero, si è spesso collocato in una zona di confine tra rigore filologico e scrittura narrativa, mantenendo un alto grado di accessibilità senza rinunciare alla complessità.
Il contesto della XIII edizione
La XIII edizione del Premio Sila ’49 si svolgerà in tre giornate. L’apertura è prevista per venerdì 6 giugno, con un incontro in piazza dei Follari a Cosenza tra Paola Caridi e lo storico dell’arte Tomaso Montanari. Sabato 7, a Palazzo Arnone, Nadia Fusini terrà una lectio magistralis intitolata Shakespeare e Cervantes: la letteratura, il teatro e il sogno. In serata, si svolgerà la cerimonia di premiazione condotta da Ritanna Armeni.
La manifestazione si concluderà domenica 8 giugno nella sede della Fondazione Premio Sila a Camigliatello Silano, con un dibattito tra la scrittrice Viola Ardone, vincitrice del premio nel 2024, ed Emanuele Trevi, giurato e critico letterario.
Il Premio Sila: una lunga storia di impegno culturale
Fondato a Cosenza nel 1949, il Premio Sila è uno dei più antichi riconoscimenti culturali del Paese. Dopo un periodo di interruzione, è stato rilanciato nel 2012 sotto il nome di Premio Sila ’49 grazie alla creazione della Fondazione Premio Sila, con l’obiettivo di riprendere la vocazione originaria del premio: sostenere opere che interpretano criticamente la realtà sociale, politica e culturale.
Fin dalla prima edizione, che vide tra i giurati Carlo Levi e Concetto Marchesi, il premio si è distinto per l’autorevolezza delle sue scelte e per la capacità di individuare autori destinati a lasciare il segno nella storia culturale italiana. Tra i premiati del passato figurano nomi come Leonardo Sciascia, Franco Basaglia, Giorgio Bocca, Ignazio Silone e Valeria Parrella.
Negli ultimi anni, il premio ha incluso anche l’iniziativa “Altre Voci”, che ha portato a Cosenza autori internazionali come Peter Cameron e Jonathan Coe, ampliando il suo respiro oltre i confini nazionali.
Oggi, sotto la direzione di Gemma Cestari, il Premio Sila continua a proporsi come uno spazio di confronto critico e pluralistico, in un’epoca in cui la cultura è spesso relegata ai margini del dibattito pubblico.
0 Comment