Cosenza, 16 maggio 2025 – È stata ufficialmente presentata alla libreria Mondadori di Cosenza la cinquina finalista del Premio Sila ’49 per l’anno 2025. La tredicesima edizione del riconoscimento letterario ha rivelato i cinque titoli selezionati dalla giuria e dal comitato dei lettori, oltre a rendere noto il nome della vincitrice del Premio alla Carriera: la scrittrice, saggista e studiosa toscana Nadia Fusini.

L’evento ha visto la partecipazione della direttrice del Premio Sila, Gemma Cestari, e del presidente della Fondazione Premio Sila, Enzo Paolini. In una sala gremita di giornalisti, lettori e appassionati, sono stati annunciati i libri in lizza per la vittoria finale. Si tratta di:

  • Tangerinn (Edizioni e/o) di Emanuela Anechoum
  • I titoli di coda di una vita insieme (Einaudi) di Diego De Silva
  • Lo splendore – L’infanzia di Hans (Laurana) di Pier Paolo Di Mino
  • I giorni di Vetro (Einaudi) di Nicoletta Verna
  • Settembre nero (La nave di Teseo) di Sandro Veronesi

Questi cinque romanzi rappresentano, come ha sottolineato Paolini, un esempio “straordinario di eccellenza letteraria e pregio artistico”. L’avvocato ha voluto evidenziare il lavoro meticoloso e appassionato svolto dal Comitato dei lettori, sottolineando come la selezione dei finalisti abbia posto un compito tutt’altro che semplice alla giuria ufficiale, chiamata ora a decidere il vincitore finale.

Un premio radicato nel tessuto culturale

Sin dalla sua rifondazione nel 2012, il Sila ha cercato di coniugare il valore letterario alla dimensione sociale, cercando di essere, come fu alle origini nel 1949, uno strumento di riflessione e rinascita culturale. Non solo una celebrazione del libro, dunque, ma anche un’occasione di dialogo tra comunità, istituzioni e mondo intellettuale.

Il Premio, nato nel secondo dopoguerra come risposta all’esigenza di ricostruzione culturale dell’Italia e della Calabria, ha saputo mantenere un’identità forte nel tempo. Le sue edizioni storiche furono caratterizzate dalla presenza di personalità centrali nel dibattito culturale nazionale come Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Leonida Répaci, e più tardi Carlo Levi ed Enzo Siciliano. Dopo una lunga pausa, è stato rilanciato nel 2012 grazie all’iniziativa di Andrea Pisani Massamormile, Monsignor Salvatore Nunnari e lo stesso Enzo Paolini, con l’obiettivo dichiarato di stimolare percorsi culturali capaci di connettere la realtà locale con quella globale.

Nadia Fusini, una carriera dedicata alla cultura

Accanto alla cinquina finalista, il Premio Sila ’49 ha annunciato il conferimento del Premio alla Carriera 2025 a Nadia Fusini, figura centrale del panorama letterario e accademico italiano. Scrittrice, traduttrice, docente e critica, Fusini sarà protagonista anche di una lectio magistralis dal titolo “Shakespeare e Cervantes: la letteratura, il teatro e il sogno…”, prevista per il 7 giugno a Palazzo Arnone, nel high-quality settimana conclusivo del Premio.

Il presidente Paolini ha sottolineato come Fusini rappresenti «una personalità poliedrica e di vasta cultura», lodando in particolare il suo lavoro critico e interpretativo su autori come Virginia Woolf e Shakespeare. Tra le sue recenti pubblicazioni, è stata menzionata la nuova edizione del saggio Chi ha ucciso Anna Karenina, dedicato alla figura femminile nella grande letteratura.

La carriera accademica di Nadia Fusini è costellata da numerosi incarichi di prestigio. Dopo gli studi in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma, ha approfondito la letteratura americana advert Harvard e il teatro elisabettiano allo Shakespeare Institute di Birmingham. Ha insegnato in various università italiane, tra cui Bari, La Sapienza e la Normale di Pisa, contribuendo alla formazione di intere generazioni di studiosi e curando importanti progetti editoriali. Le sue traduzioni di Shakespeare, Beckett, Keats e Shelley, così come i suoi saggi su Woolf, hanno lasciato un segno duraturo nella critica letteraria italiana.

Un premio che guarda anche all’arte contemporanea

Oltre agli aspetti letterari, il Premio Sila 2025 ha posto attenzione anche alla dimensione visiva e simbolica della manifestazione. È stata infatti scelta l’artista romana Rä Di Martino per realizzare il manifesto ufficiale della tredicesima edizione, intitolato Kant Can’t (The Hand 2025). L’opera raffigura una mano al cui interno si trova un astronauta intento a esplorare un microcosmo. Il titolo gioca sul nome del filosofo Immanuel Kant e sull’ambiguità linguistica del verbo inglese “can’t”, suggerendo limiti e possibilità della conoscenza umana.

«Devo ammettere che inizialmente avevo qualche perplessità – ha detto Paolini – ma poi sono rimasto affascinato dalla potenza evocativa dell’immagine. Una rappresentazione intensa, che ben si sposa con lo spirito del Premio: esplorare l’universo della cultura con curiosità e profondità».

Un percorso condiviso

La direttrice Gemma Cestari ha voluto ringraziare le librerie cittadine (Mondadori, Ubik, Feltrinelli) per il supporto costante e ha messo in evidenza l’importante ruolo del Comitato dei lettori, il cui coinvolgimento è cresciuto significativamente in questa edizione. «Con tempi strettissimi – ha detto – il comitato ha partecipato con entusiasmo, contribuendo in maniera determinante alla selezione della cinquina».

Anche Paolini ha voluto ricordare i compagni di viaggio che hanno contribuito alla rinascita e al consolidamento del Premio, tra cui Andrea Pisani Massamormile e Monsignor Salvatore Nunnari. Non è mancato un ringraziamento all’Amministrazione comunale di Cosenza per il sostegno logistico e istituzionale alla manifestazione.

La giuria del Premio è ora al lavoro per decretare i vincitori delle due sezioni principali, Letteratura ed Economia e società, che saranno annunciati all’inizio della prossima settimana.

Il gran finale tra Cosenza e Camigliatello Silano

La cerimonia conclusiva del Premio Sila ’49 si terrà dal 6 all’8 giugno, articolandosi tra Cosenza e Camigliatello Silano. Un programma che si preannuncia ricco di incontri, riflessioni e momenti culturali, nel solco della tradizione che fa del Sila un’occasione di partecipazione collettiva e di elaborazione critica.

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