Ragione, omicidi e sentimento di Jessica Bull
Kent, 1797. Una giovane donna passeggia tra i vialetti ordinati di Godmersham Park, immersa nei profumi dei roseti e nell’eleganza di una dimora aristocratica. Non è ancora l’autrice consacrata di Orgoglio e pregiudizio, ma già dimostra un’intelligenza fuori dal comune, uno spirito acuto e una notevole propensione a ficcare il naso dove non dovrebbe. È Jane Austen, protagonista inattesa – ma credibilissima – del nuovo romanzo firmato da Jessica Bull: Ragione, omicidi e sentimento.
Con questa seconda opera, la scrittrice britannica prosegue la fortunata serie inaugurata con Orgoglio, delitti e pregiudizio, giallo storico di ambientazione regency che ha saputo conquistare lettori in 18 Paesi. Jessica Bull, nata nel sud-est di Londra, con un passato da bibliotecaria e consulente nella comunicazione, conferma qui il proprio talento nel mescolare mistero, umorismo e omaggio letterario, delineando una Jane Austen investigatrice adorabilmente impacciata ma determinata, come la definisce Publishers Weekly, “tanto brillante quanto impulsiva”.
Un’property a Godmersham Park
L’ambientazione scelta da Bull non è casuale: Godmersham Park, residenza legata alla biografia degli Austen, diventa teatro ideale per un intreccio tra convenzioni sociali e sospetti celati dietro sorrisi impeccabili. In questa property del 1797, Jane vi soggiorna con la famiglia. Il fratello Edward, detto Neddy, punta a consolidare i rapporti con Mrs Knight, anziana e facoltosa parente da cui si attende un’eredità che potrebbe sistemare economicamente l’intera famiglia. Il clima idilliaco è però turbato dall’arrivo di una giovane donna, tanto misteriosa quanto affascinante, che sembra insinuarsi con troppa disinvoltura tra le simpatie dell’anziana signora e quelle di molti altri ospiti.
Jane, mossa da un misto di diffidenza, curiosità e spirito d’osservazione, determine di indagare. Con passo deciso e mente affilata, si muove tra conversazioni di circostanza, balli formali e pettegolezzi di salotto. Ben presto intuisce che sotto la superficie brillante di tazze di tè e sorrisi educati, si celano rivalità, segreti e motivazioni meno nobili di quanto l’etichetta lasci intendere.
Una Jane Austen prima del mito
Jessica Bull immagina una Jane Austen ancora lontana dalla fama letteraria, ma già pienamente dotata di quello sguardo ironico e critico che avrebbe poi caratterizzato i suoi romanzi. Lungi dall’essere una semplice spettatrice, questa Jane è parte attiva del dramma, capace di cogliere dettagli e contraddizioni che sfuggono agli altri. La scelta dell’autrice è dunque duplice: restituire un contesto storico credibile e, al tempo stesso, reinterpretare una figura letteraria nel ruolo di detective ante litteram.
Il risultato è una narrazione che riesce a intrattenere con eleganza, inserendo elementi classici del giallo – sospetti, depistaggi, rivelazioni – all’interno di un universo perfettamente riconoscibile per chi ama la letteratura regency (filone narrativo ambientato nel periodo di Reggenza britannica, quando il sovrano Giorgio IV regnava come principe reggente). Ma è anche un racconto che, pur restando leggero nei toni, non rinuncia a sottolineare le costrizioni e i ruoli imposti alle donne dell’epoca, permettendo alla protagonista di muoversi in controtendenza con sottile determinazione.
Una components di successo
Il successo della serie si deve anche alla felice combinazione tra accuratezza storica e dinamismo narrativo. Jessica Bull ha una profonda conoscenza dell’epoca e dello stile austeniano, ma pur considerando questo, non cede mai al puro esercizio d’imitazione. Al contrario, costruisce una voce propria, moderna e scorrevole, che riesce a rendere avvincenti anche le descrizioni di un ricevimento o di un semplice scambio di battute. Il tono è ironico, ma mai irriverente. L’atmosfera è raffinata, ma non priva di tensione. E il mistero, elemento centrale della trama, non è mai fantastic a sé stesso, ma veicolo per esplorare dinamiche sociali, giochi di potere e sentimenti autentici.
Tra passato e presente
Il libro si inserisce in un contesto editoriale che guarda con crescente interesse alla commistione tra generi. Il giallo storico ambientato in epoca regency trova qui una voce fresca e consapevole, capace di parlare anche al pubblico contemporaneo. L’uso di una figura nota come Jane Austen, trasformata in detective, funziona non solo per la notorietà del personaggio, ma soprattutto per la coerenza interna della narrazione. La Austen di Jessica Bull non è un’eroina improbabile: è curiosa, intelligente, fuori dagli schemi – proprio come ci piace immaginarla.
Con questo secondo quantity, la serie si consolida e si apre a nuove potenziali avventure, lasciando intravedere la possibilità di ulteriori indagini, altri segreti da scoprire, e forse anche qualche batticuore in più. Il tutto senza rinunciare a quella leggerezza colta che rappresenta il marchio di fabbrica della scrittura di Bull.
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