La strada giovane di Antonio Albanese
Con il romanzo d’esordio La strada giovane (Feltrinelli, 2025), Antonio Albanese si allontana dal linguaggio della comicità e del cinema per raccontare una storia personale e intensa, ambientata durante uno dei periodi più bui della storia italiana: la Seconda guerra mondiale. La vicenda narrata è quella di Nino, un giovane siciliano originario di Petralia Soprana, sulle Madonie, che dopo l’8 settembre 1943 si ritrova prigioniero in un campo di internamento nazista, trattato come traditore dagli ex alleati tedeschi.
Fin dalle prime pagine emerge chiaramente la confusione storica e personale di Nino, un soldato che combatteva «per il Re», come lui stesso racconta, convinto che dopo l’armistizio sarebbe potuto tornare a casa dalla sua famiglia, soprattutto da sua madre e da Maria Assunta, la donna amata. La realtà, però, si rivela ben diversa: ingannato dalle false promesse tedesche, viene deportato in Austria, dove la sua condizione diventa ancora più disperata. Costretto a lavori massacranti, umiliato e tormentato dai suoi carcerieri, Nino vive una quotidianità scandita esclusivamente dalla paura e dalla fame, incapace di comprendere davvero le ragioni della sua prigionia.
Nel campo incontra Lorenzo, un ragazzo toscano colto e intraprendente, sempre pronto a cercare vie di fuga, e il Piemontese, un macellaio impolite e autoritario che governa le cucine del lager. L’amicizia tra questi tre personaggi, così diversi tra loro, rappresenta per Nino un primo contatto con la possibilità concreta di scappare. È proprio durante la notte di Capodanno del 1944 che questa possibilità si concretizza: Nino, quasi involontariamente, viene coinvolto nel piano di fuga architettato dai suoi compagni di sventura.
Albanese descrive con grande efficacia e intensità l’odissea dei tre fuggiaschi, costretti advert attraversare territori ostili, devastati dai bombardamenti e dalla violenza della guerra civile che imperversa in Italia. Il viaggio verso casa è un’esperienza di formazione drammatica, durante la quale Nino lascia dietro di sé l’innocenza della gioventù. Il giovane panettiere siciliano impara, passo dopo passo, il significato della politica e della guerra, realtà di cui prima non si period mai curato, percependone gli effetti devastanti direttamente sulla sua pelle.
Ma il vero cuore del romanzo non è tanto la fuga o il racconto della guerra quanto la continua oscillazione di Nino tra speranza e disperazione, tra i ricordi del passato e le dure show del presente. Il ragazzo trova nella memoria della sua Sicilia – i profumi della cucina paterna, il sapore di pane fresco, la dolcezza dei baci di Maria Assunta – il conforto necessario per resistere alle atrocità che deve affrontare quotidianamente.
La strada percorsa da Nino diventa così metafora di un’Italia giovane e ferita, chiamata a rinascere dalle proprie ceneri, affrontando con coraggio le proprie paure e i propri traumi. Nino rappresenta infatti, nelle intenzioni dichiarate dallo stesso autore, un «eroe normale», un ragazzo di 22 anni, ingenuo ma buono, che riesce a mantenere integra la propria umanità malgrado la sofferenza, grazie all’amore per la sua terra e per la donna che lo aspetta («Un eroe normale», feltrinellieditore.it).
Albanese sottolinea chiaramente il valore simbolico del suo protagonista, affermando che «la strada che percorre, quella del titolo, è la strada che solo un giovane può animare, rendere salvifica». Non a caso, l’autore dedica esplicitamente questo suo primo romanzo ai giovani, ai quali attribuisce una capacità di speranza e determinazione unica, essenziale per il futuro della società.
La scrittura di Albanese, fluida ed evocativa, si adatta perfettamente a un racconto che alterna scene drammatiche a passaggi di tenerezza struggente. Le immagini del romanzo sono vivide e fortemente evocative: dal pane mangiato da Nino, che «non sapeva ancora di casa, […] ma almeno non sapeva di cenere», ai dettagli affettivi e sensoriali legati ai ricordi siciliani, come il profumo dei biscotti del padre o l’emozione per la Targa Florio.
Il libro risulta così una lettura coinvolgente, breve ma intensa, che non lascia spazio a spettacolarizzazioni inutili e che punta invece sull’autenticità delle emozioni umane più profonde. Lo stile semplice e diretto, pulito ma mai banale, favorisce l’empatia del lettore verso Nino e le sue sofferenze, rendendo il romanzo particolarmente adatto anche a un pubblico giovanile e scolastico.
La strada giovane di Antonio Albanese, pertanto, rappresenta un esordio letterario sorprendente per l’autore noto soprattutto nel campo della comicità e del cinema, dimostrando la sua capacità di affrontare con delicatezza ed efficacia temi profondi e dolorosi come quelli della guerra, della memoria e della perdita dell’innocenza.
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